Sono tempi difficili per spedizionieri, caricatori e commercianti, letteralmente travolti dai problemi di congestione che hanno interessato porti e trade, creando disservizi e interruzioni alla catena logistica.
“Dopo i lockdown dei porti cinesi, dopo aver dovuto affrontare una inspiegabile carenza di container vuoti e di navi, con slot a bordo venduti a peso d’oro, adesso ci troviamo a dover aspettare che una gru prenda e scarichi nel piazzale le nostre merci” afferma James Hockam, il direttore del Global Shippers Forum, l’Associazione che rappresenta produttori, rivenditori, grossisti e commercianti che acquistano e vendono merci tra paesi.
Secondo Hockam, l’ondata di congestione che sta investendo le catene di approvvigionamento globali, causando ritardi nella consegna di beni stagionali e prodotti essenziali, non è destinata a diminuire nel breve termine.
I soggetti più vulnerabili sono gli importatori e i distributori che lottano per rispettare le scadenze di consegna, fissate dai loro clienti rivenditori: “Non possono prevedere quando le merci ordinate saranno effettivamente disponibili ed oggi si trovano a dover pagare pesanti sanzioni per il mancato rispetto dei tempi di consegna” dice Hockam.
Il direttore di GSF prevede però possibili schiarite nel medio termine: “Le aspettative sui livelli di inflazione al consumo nella maggior parte dei paesi sviluppati si stanno inasprendo e la maggior parte delle banche centrali dovrebbe aumentare i tassi di interesse il prossimo anno. Ciò non influirà immediatamente sui prezzi al dettaglio, ma potrebbe innescare un rapido cambiamento nel sentimento dei consumatori”.
Il che significa che “il click-fest dello shopping online che secondo quanto riferito ha alimentato l’aumento della domanda di spedizioni negli ultimi 18 mesi potrebbe esaurirsi con la stessa rapidità con cui si è affermato”.