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Classifica Drewry

Terminal, sette big controllano il 40% del mercato

di Redazione

Il gruppo Psa International resta saldamente al primo posto della classifica 2023 redatta dal Global Container Terminal Operators Annual Review and Forecast di Drewry fra gli operatori di terminal che movimentano container.

Lo scorso anno il terminalista ha movimentato 62,6 milioni di TEU, facendo registrare una crescita del 4,6% rispetto all’anno precedente. Secondo posto per China Merchants Ports e China Cosco Shipping, con una movimentazione rispettivamente di 55 e 53,8 milioni di TEU e un incremento su base annuale che si è attestato al più 8,7 e più 1,4%.

Seguono poi APM Terminals, DP World e Hutchison Ports. I tre terminal operator hanno movimentato nel 2023 rispettivamente 48,9, 44,3 e 43 milioni di TEU, con un decremento su base annuale dell’1,2, 4,7 e 4,6%

MSC (con il gruppo TIL e AGL) si è attestato in settima posizione, con 42,3 milioni di TEU movimentati e una crescita che rispetto al 2022 è stata del 10,3%.

Complessivamente, i primi sette terminal operator hanno movimentato nel 2023 350 mln di TEU, arrivando a controllare il 40% del market share complessivo. Di questi, solo due sono europei mentre gli altri cinque sono asiatici.

L’analista senior di Lloyd’s List, Eleanor Hadland ha sottolineato come i 21 principali GTO (operatori terminalisti globali) abbiano visto crescere la movimentazione complessiva dei container del 2,3% nell’anno preso a riferimento. Complessivamente hanno movimentato 428,8 milioni di TEU, il 48,6% del totale.

La società di analisi sottolinea però come le entrate degli operatori terminalistici siano state disomogenee tra di loro. Le progressiva normalizzazione dei problemi di congestione e il ritorno ai livelli di operatività nel periodo pre-Covid ha sicuramente portato a una riduzione dei tempi di sosta dei carichi, generando minori costi di stoccaggio e deprimendo quindi i ricavi, che pure hanno beneficiato di entrate aggiuntive derivanti dagli aumenti tariffari legati all’inflazione.

I ricavi dei terminal container globali sono però tornati a crescere nell’ultimo trimestre dell’anno, grazie alla robusta domanda proveniente dagli Stati Uniti, a agli effetti che la crisi del Mar Rosso ha avuto sulle catene di approvigionamento, con un nuovo aumento dei problemi di congestione e, quindi, dei redditi derivanti dallo stoccaggio dei container.

La spesa in conto capitale totale (capex) degli operatori terminalistici è stata di 5,5 miliardi di dollari nel 2023, in crescita del 9% su base annua. Si tratta del terzo aumento annuale consecutivo dal 2020. Significativi progetti organici di espansione della capacità e sforzi di modernizzazione dei terminal hanno portato cinque GTO a spendere oltre 500 milioni di dollari, con DPW e PSA che hanno investito ciascuna oltre 1 miliardo di dollari.

Oltre al tema chiave della performance economica, la consultancy firm si è soffermata anche sul tema della sostenibilità, che negli ultimi anni è diventata rapidamente una delle priorità dell’agenda degli operatori portuali e terminalistici, .

Tutte le 21 società presenti nelle classifiche degli operatori globali tranne una hanno pubblicato l’impegno a raggiungere lo zero netto.

Mentre la maggior parte delle aziende mira a raggiungere l’obiettivo entro il 2050, Adani e A.P. Moller-Maersk intendono raggiungere lo zero netto entro il 2040, mentre Hapag-Lloyd ha fissato di raggiungere la neutralità climatica per il 2045.

Al contrario, China Cosco Shipping e China Merchants Port Holdings hanno fissato l’obiettivo per il 2060, che è in linea con i target del governo cinese.

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