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Lavoratori portuali pronti allo sciopero

Tira aria di tempesta nei porti USA della east coast

di Redazione

Quella dello sciopero non è assolutamente un’ipotesi remota. Anzi, diventa sempre più probabile.

Tira aria di tempesta nei porti della costa orientale statunitense dove l’Alleanza marittima degli Stati Uniti (USMX) e il sindacato dell’International Longshoremen’s Association (ILA) sono in trattative per il rinnovo del contratto scaduto il 30 settembre scorso.

Trattative mai avviate, per la verità, a causa della battaglia che l’ILA sta conducendo da tempo contro l’automazione.

Il casus belli, che aveva portato l’ILA a salire sulle barricate mesi fa, è ricondotto alla decisione di APM Terminals di introdurre in un proprio terminal del porto di Mobile, in Alabama, un sistema di cancelli automatizzati in grado di processare i camion senza l’impiego di manodopera. L’ILA aveva definito l’Auto Gate System una chiara violazione del contratto in essere e aveva affermato che non avrebbe incontrato l’USMX se prima non fosse stato risolto in via definitiva il problema.

“Non ha senso cercare di negoziare un nuovo accordo con USMX quando una delle sue principali aziende continua a violare il nostro attuale accordo con l’unico obiettivo di eliminare i posti di lavoro attraverso l’automazione”, aveva affermato allora il presidente dell’ILA, Harold Daggett.

Ora, le parti sembrano più propense a riavviare la trattative anche se l’ILA è già sul piede di guerra, tanto da preannunciare la possibilità di indire uno sciopero per il 1° ottobre.

Il mese prossimo l’ILA aggiornerà le sue richieste contrattuali, per presentarle ai propri delegati durante le riunioni del 4 e 5 settembre. I delegati esamineranno le richieste, elaborando la piattaforma rivendicativa da presentare poi all’USMX.

Harold Daggett però avverte:  “Siamo pronti a ‘scendere in piazza’ se le nostre richieste non verranno soddisfatte”.

 

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