L’accordo raggiunto ieri tra Israele e Hamas dopo 15 mesi di guerra è rimbalzato sui siti di informazione di tutto il mondo. Gaza avrà il cessate il fuoco e 33 famiglie riavranno i loro cari; in cambio il movimento islamista otterrà la libertà per 1000-1200 uomini detenuti nelle carceri israeliane.
La mano tesa di Hamas per il raggiungimento del risultato viene interpretata dall’industria dello shipping come un segnale beneaugurante in vista di una sempre meno improbabile de-escalation della tensione nel Medio Oriente e, in particolare, nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden, dove a partire dal 2023 gli Houthi dello Yemen hanno preso di mira le navi mercantili collegate agli interessi israeliani.
Quantunque i ribelli yemeniti abbiano più volte dichiarato di voler proseguire la loro campagna fintanto che Gaza non verrà liberata dalle forze israeliane, è indubbio che la conclusione provvisoria delle ostilità delle parti agevoli la prospettiva di una pace futura.
Secondo gli esperti, è probabile che gli Houthi smetteranno momentaneamente di colpire le navi mercantili, in attesa di capire come si evolveranno i negoziati. Che, come noto, prevedono una intesa in tre fasi, la prima delle quali dovrebbe essere ratifica a breve.
“Dal punto di vista dello shipping, la domanda ovvia è come reagiranno gli Houthi a questo accordo” dichiara il ceo di Vespucci Maritime, Lars Jensen, aggiungendo che “al momento non c’è alcuna certezza sulle possibilità di una revoca degli attacchi contro la navigazione commerciale in transito dallo stretto di Bab el-Mandeb”.
“Tutto sommato – aggiunge – è probabile che le compagnie di navigazione che attualmente stanno dirottando le proprie navi verso il Capo di Buona Speranza vogliano vedere se e quanto reggerà il cessate il fuoco stabilito dall’accordo e se gli Houthi rilasceranno nel frattempo alcune dichiarazioni concilianti sulle proprie intenzioni per il futuro”.
Insomma, i SE sono tanti e sono grandi: “Se tutte le caselle verranno messe al posto giusto, potremmo aspettarci, nella migliore delle ipotesi, che i collegamenti via Suez vengano completamente ripristinati già a partire da metà febbraio” conclude Larsen.
Intanto, è dato per assodato che il raggiunto accordo stia già avendo una ricaduta diretta sul mercato dei future del trasporto marittimo di container, i cui tassi scenderanno, secondo Linerlytica, del 55-65% nel corso dell’anno.
Non è un caso che il principale contratto relativo alle spedizioni via mare tra Shanghai e l’Europa (l’EC2504) sia crollato di oltre il 7% il 15 gennaio scorso e abbia perso attualmente il 27% del proprio valore da inizio anno.
I future negoziati allo Shanghai Shipping Eschange seguono da vicino gli sviluppi in Medio Oriente, basandosi sul livello medio delle tariffe contrattate nel mercato spot del trasporto di container per le rotte Shanghai-Europa e Shanghai-costa occidentale degli Stati Uniti.
Il mercato si aspetta, verosimilmente, che il cessate il fuoco tra Hamas e Israele diventi definitivo.
La fine degli attacchi degli Houthi e il ripristino dei transiti sul Mar Rosso spaventano però gli investitori.
Come noto, non meno di 1,76 milioni di TEU, pari al 59% della capacità extra prodotta dalle ordinazioni consegnate negli ultimi 12 mesi, è stato assorbito dal commercio Asia-Europa. La necessità di evitare l’attraversamento delle poco sicure acque del Mar Rosso e l’allungamento delle distanze di navigazione a causa della circumnavigazione dell’Africa ha infatti obbligato le compagnie di navigazione ad aggiungere in media due, tre portacontainer in più rispetto a quelle che sarebbero state necessarie se il transito da Suez fosse rimasta un’opzione percorribile.
Che cosa ne deriva? Con il ripristino dei collegamenti via Suez il mercato rischia seriamente di essere travolto da uno tsunami di capacità aggiuntiva. Secondo Lloyd’s List si parla di un 7% di capacità che andrà ad aggiungersi a quella attuale.
L’overcapacity avrà quindi un effetto ribassista sui noli di trasporto, che potrebbero cominciare a prendere una china discendente costante. Ecco spiegato perché la fiducia degli investitori sulle prospettive di guadagno a medio-lungo termine dal mercato del trasporto marittimo siano oggi così basse.