I rappresentanti del Parlamento europeo, del Consiglio dell’Ue e della Commissione Europea hanno raggiunto nella serata di ieri un accordo preliminare per l’inclusione del trasporto marittimo nell’Ets, il sistema di scambio quote di emissioni dell’Ue.
Le tre istituzioni europee hanno concordato in via preliminare un compromesso in base al quale le compagnie di navigazione dovranno restituire quote che coprono il 40% delle loro emissioni nel 2024, il 70% nel 2025 e il 100% nel 2026.
Nell’ambito del conteggio delle quote saranno inclusi non solo i viaggi all’interno dell’UE, ma anche i viaggi dai porti dell’UE ai paesi terzi e per i paesi terzi ai porti dell’UE (50%).
L’inclusione delle emissioni del trasporto marittimo nel mercato europeo del carbonio è una delle componenti di riforma dell’Ets che la Commissione europea ha proposto di attuare attraverso il pacchetto clima ‘Fit for 55’.
L’accordo raggiunto ieri è stato accolto con favore dall’European Community Shipowners’ Associations (ECSA): «il Parlamento e il Consiglio hanno accolto gli appelli delle parti interessate del settore a destinare gli introiti dell’EU ETS al settore marittimo per sostenerne la transizione energetica. Almeno 20 milioni di quote ETS, che corrispondono a 1,5 miliardi di euro in base all’attuale prezzo del carbonio ETS saranno assegnate a progetti marittimi nell’ambito del Fondo per l’innovazione»ha fatto sapere l’Associazione degli Armatori Europei.
Parzialmente soddisfatta anche Assarmatori, per la quale questa intesa recepisce in parte alcune istanze sostenute dall’Associazione rispetto alla proposta iniziale della Commissione Europea, prevedendo ad esempio un’esenzione da tale regime fino al 2030 per i collegamenti marittimi con le isole minori e la destinazione di una parte dei proventi al settore marittimo per finanziare investimenti in innovazione tecnologica.
“Tuttavia risulta evidente – sottolinea Assarmatori – come il sistema ETS sia destinato a provocare un impatto economico rilevante ovvero un rincaro nei costi del trasporto con riflessi immediati sulla continuità territoriale con le isole maggiori e sulle Autostrade del Mare; e ciò in un momento in cui proprio le Autostrade del mare, in quanto chiave di volta della sostenibilità del trasporto, dovrebbero essere al contrario tutelate”.