Con 14 milioni di tonnellate di CO2 prodotte ogni anno, Rotterdam è il porto più inquinante d’Europa. Lo certifica Transport & Environment in uno studio nel quale ha rilevato quanto impattanti a livello climatico siano le attività portuali.
Nella top 10 trovano posto anche Anversa, al secondo posto con 7,4 milioni di tonnellate di anidride carbonica, e Amburgo, medaglia di bronzo, con 4,7 mln di tonnellate di Co2 prodotta. Seguono, nell’ordine: Algeciras (3,3 m); Barcellona (2,8 milioni); Pireo (2,7 m); Valencia (2,7 m); Bremerhaven (2,3 m); Marsiglia (2,3 m); Amsterdam (2,1 m).
Nel report si sottolinea che il porto di Rotterdam inquina quanto la quinta industria più inquinante d’Europa, la centrale termoelettrica a carbone di Weisweiler, in Germania.
I ricercatori spiegano come oggi i porti movimentino sempre più merce. Tra il 2012 e il 2019, ad esempio, i volumi di Rotterdam sono aumentati del 13%. Nel periodo post-Covid c’è stato addirittura un ulteriore incremento della merce movimentata lungo i principali trade.
Per Jacob Armstrong, responsabile delle spedizioni sostenibili di T&E, “L’industria delle spedizioni sta facendo una strage in questo momento. I porti sono al centro di tutto questo e il loro impatto sul clima è enorme. Eppure, invece di sostenere proposte per ripulire il trasporto marittimo, come l’elettrificazione completa dei porti e i mandati per i combustibili verdi, i porti non stanno facendo abbastanza per ripulire il settore”.
Armstrong ha invitato i porti a installare infrastrutture di rifornimento a base di idrogeno e facility di alimentazione elettrica da terra, in modo che le navi possano spegnere i motori mentre sono in porto. “Tali iniziative – dice – migliorerebbero la salute, riducendo l’inquinamento atmosferico”.