La congiuntura sfavorevole, legata soprattutto agli effetti inflattivi della guerra in Ucraina, è alla base del calo generalizzato dei traffici fatto registrare dai porti di Roma (Civitavecchia, Gaeta e Fiumicino) nel 2023.
Il Network lo scorso anno ha fatto segnare una perdita del 5,7 % del complessivo del cargo. Le merci alla rinfusa solide, trascinate da un carbonifero in completo arretramento, segnano un – 13,4%, mentre le rinfuse liquide hanno un segno distintamente positivo. In particolare, rispetto ad un calo complessivo di circa 854.000 tonnellate di merce nei 3 porti del Network, solo il carbone a Civitavecchia ha fatto registrare -970.000 tonnellate.
Degna di nota, nel ro/ro, la performance delle auto in polizza con un + 53%.
Segnali positivi dai passeggeri in servizio regolare di linea che segnano un +10%.
Conferme di un trend straordinario dal mercato delle crociere che si manifesta non più strutturato su gap stagionali, ma seguendo una nuova prospettiva di destagionalizzazione, marca un + 52,6 % che ha portato allo storico record degli oltre 3,3 milioni di crocieristi.
“Nel 2023, la guerra in Ucraina, le tensioni geopolitiche, gli elevati tassi di inflazione e l’aumento dei tassi di interesse hanno avuto un impatto sull’economia globale e nel corso dell’anno hanno sempre più frenato lo sviluppo economico” ha affermato il presidente dell’AdSP Pino Musolino. “Ciò ha avuto un impatto anche sull’intero settore della logistica e quindi anche verso le nostre attività, determinando un risultato nel complesso negativo, ma che riflette il trend che tutti i porti principali nel mondo hanno subito nel corso dell’anno” ha aggiunto. “È certo che non si può gioire quando si riscontrano dati negativi, ma bisogna tenere gli occhi puntati su quello che effettivamente può essere gestito e sviluppato localmente, senza lasciarsi distrarre o destabilizzare da elementi geopolitici globali, sui quali i singoli porti non hanno letteralmente alcuna capacità di incidere”.