La Costa Diadema con il suo carico di sofferenze e speranze. Sono passati ormai tre giorni da quando la nave da crociera è attraccata a Piombino. Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti: «la macchina organizzativa si è messa in funzione pochi minuti dopo che il Mit ci ha comunicato l’intenzione di “dirottare” la nave da Civitavecchia al nostro Porto» ha detto a Port News Claudio Capuano, dirigente dell’Autorità di Sistema del Mar Tirreno Settentrionale preposto all’Ufficio Territoriale Portuale di Piombino.
«Posso dirlo senza il timore di risultare scontato: le istituzioni si sono mosse in perfetta sinergia, lavorando in squadra e definendo congiuntamente le attività giornaliere da svolgere per affrontare le criticità».
Tre video conferenze al giorno – una locale e due regionali – promosse e coordinate dalla Protezione Civile con la partecipazione di tutte le autorità competenti, istituzionali e sanitarie, e dei comandi dei porti italiani interessati dalla presenza nei rispettivi scali di navi da crociera della Costa, e dunque con problemi analoghi a quelli di Piombino. Le attività dedicate all’emergenza sono ben coordinate e sincronizzate tra i soggetti a vario titolo coinvolti e hanno come obiettivo comune quello di favorire lo sbarco in tutta sicurezza, e nel più breve tempo possibile, di tutti i marittimi (1255 complessivi), lasciando a bordo circa 200 persone per assicurare i servizi minimi ed essenziali al funzionamento della nave.
«Fin dall’inizio ci siamo attivati per svolgere le operazioni in tutta sicurezza – ha spiegato Capuano -, sotto il coordinamento della Polizia di Stato, e in collaborazione con la Capitaneria e la Guardia di Finanza, abbiamo attivato, avvalendoci del personale della Port Security (la società dell’AdSP MTS incaricata dei servizi di vigilanza e di security del porto, ndr) due cordoni di protezione, uno alla radice della banchina Pecoraro, dove la nave ha attraccato, e un altro a ridosso dell’ormeggio, con presidi attivi h24 delle aree di controllo».
Tutte le attività di sanità marittima sono invece svolte direttamente e sotto il controllo dell’USMAF (Ufficio di Sanità Marittima): «La Sanità marittima sta facendo decine e decine di quick test ogni giorno su tutto l’equipaggio, così da adottare in maniera mirata e razionale le iniziative più opportune a seconda dei casi (positivi o negativi ai test, asintomatici o meno etc.). Contiamo di avere un quadro completo sullo stato di salute dei passeggeri entro i prossimi 5, 6 giorni. Sulla base dei risultati saranno quindi disposti i trasferimenti dei marittimi: o direttamente a casa, se italiani, o verso gli aeroporti di Fiumicino e Malpensa, per il rientro nei propri Paesi, se stranieri. Diversi pulmann sono in banchina pronti all’uso».
Sulla Diadema ci sono marittimi di 19 nazionalità diverse: «Si tratta di una criticità aggiuntiva – spiega Capuano – anche perché il rientro nei Paesi di appartenenza è condizionato dalle relative politiche sugli ingressi ai propri confini. I Ministeri competenti e le altre istituzioni coinvolte stanno dunque lavorando proprio perché i marittimi che possono rientrare, tornino a casa attraverso voli charter organizzati all’uopo».
Intanto, cinque passeggeri – più gravi – sono già stati trasferiti verso gli ospedali attrezzati a gestire i casi covid-19. Lo stesso trattamento verrà riservato agli altri casi positivi. Capuano ritiene che le operazioni di sbarco dalla nave si completeranno in circa 10 giorni: «Saranno giornate intense – ammette -i problemi ci sono e non sempre sono di immediata soluzione, ma la macchina organizzativa sta funzionando perfettamente: l’accoglienza della città è stata immediata e tutte le istituzioni, dalle forze di polizia alla protezione civile, dall’AdSp alla Capitaneria di Porto, dal Comune di Piombino ai servizi tecnico-nautici, stanno affrontando questa emergenza con senso di responsabilità e attaccamento al nostro Paese. Con queste premesse possiamo guardare al domani con fiducia e cauto ottimismo».