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Associazione di spedizionieri contro Maersk

Vettori sul banco degli imputati

di Redazione Port News

Un’associazione di spedizionieri, la U Shippers Group, ha sporto reclamo alla Federal Maritime Commission contro Maersk, accusandola di non aver rispettato gli accordi contrattuali presi nel Giugno del 2020.

Secondo la ricostruzione fornita dal periodico specializzato Splash247, U Shippers aveva stipulato con il colosso danese un contratto che prevedeva da parte di quest’ultimo l’impegno a fornire uno spazio minimo di stiva da riservare ai soci dell’Associazione.

Il cliente era infatti stato autorizzato ad utilizzare, in via esclusiva, per due anni, il nuovo sistema di prenotazione messo a punto dal vettore, Twill, allora non ancora pronto per essere diffuso su larga scala. In cambio, l’Associazione sarebbe stata la prima a introdurre il sistema tra i suoi soci.

Secondo l’accusa, a partire dalla fine del 2020, Maersk si sarebbe rifiutata di fornire lo spazio contrattualmente concordato sulle sue navi, costringendo i soci di U Shippers a trovare lo spazio necessario su altre navi, a tassi di mercato spot più elevati.

U Shippers ha affermato di essere stata danneggiata dal punto di vista monetario, avendo dovuto sostenere costi di spedizioni più elevati da parte di carrier alterantivi, superiori a 180 milioni di dollari.

“Invece di assicurare a U Shippers lo spazio concordato, Maersk ha preferito venderlo nel mercato spot oppure offrirlo a nuovi clienti sulla base di contratti recentemente negoziati” si legge nel reclamo sporto da U Shippers. Questo comportamento avrebbe portato Maersk a “rivendere lo spazio già impegnato a condizioni economiche più vantaggiose”.

Non è la prima volta che la FMC si occupa di casi di presunta violazione dello Shipping Act da parte dei vettori marittimi. E’ anche per questo motivo che la Commissione ha recentemente deciso di riorganizzare e consolidare le sue funzioni investigative e giudiziarie, istituendo il Bureau of Enforcement, Investigations and Compliance, un nuovo ufficio attraverso il quale permettere alla FMC di esaminare più da vicino la condotta delle compagnie marittime e dei terminal operator.

“La mia aspettativa è che nei prossimi mesi vedremo un numero crescente di casi contro i carrier” afferma il ceo di Vespucci Maritime, Lars Jensen, che sottolinea come su queste controversie ballino cifre nell’ordine di centinaia di milioni di dollari.

“Indipendentemente dal fatto che i casi abbiano quindi un merito o meno, dovremo attendere il giusto processo” afferma ancora Jensen.

Il problema, semmai, è dato dai tempi lunghi di risoluzione delle controversie dinnanzi alla FMC. Nel coso della vertenza contro Maersk, la decisione iniziale del titolare del procedimento dovrà essere emessa entro il 30 agosto 2023 e la decisione finale della commissione dovrà essere rilasciata entro il 15 marzo 2024.

Ci vorranno insomma quasi due anni per venire a capo del procedimento. Troppi, secondo Jensen. “Queste tempistiche sono di per sé potenzialmente problematiche, soprattutto per i caricatori che potrebbero essere sottoposti a uno stress finanziario molto maggiore rispetto ai vettori”.

L’eventuale condanna a siderale distanza dal fatto compiuto è sempre una ingiustizia. “In uno Stato di diritto, il lasso di tempo per rivolvere le dispute dovrebbe essere migliore di quello che impiegano i ghiacciai a spostarsi sull’acqua” conclude Jensen.

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