A distanza di quasi un anno dalla sua scadenza, e dopo 13 mesi di trattive anche estenuanti che per settimane hanno rallentato l’operatività dei terminal, i lavoratori portuali e gli enti di gestione dei 29 scali portuali della costa occidentale USA sembrano aver raggiunto un accordo di massima sul rinnovo del contratto.
“Siamo lieti di aver raggiunto una intesa che riconosce gli sforzi eroici e i sacrifici personali sostenuti dalla forza lavoro per mantenere operativi i nostri porti”, hanno affermato in una dichiarazione congiunta il presidente della Pacific Maritime Association (che rappresenta la parte datoriale), James McKenna e il presidente dell’Ilwu (International Longshore and Warehouse Union),Willie Adams. “Siamo inoltre lieti di rivolgere nuovamente la nostra piena attenzione al funzionamento dei porti della costa occidentale”.
Non sono stati rivelati i dettagli dell’accordo contrattuale, che nei prossimi giorni dovrà essere ratificato dai 22.000 lavoratori rappresentati dall’ILWU e dai rappresentanti della PMA. Il Journal of Commerce ha però anticipato come le parti in causa abbiano trovato la quadra su un aumento salariale del 32% su sei anni. Si tratta di un aumento annuo del 5,7%, effettivo con effiicacia retroattiva a partire da luglio 2022.
Sembra inoltre essere stato introdotto un premio aggiuntivo di 70 milioni di dollari da distribuire ai 22 mila lavoratori per i disagi sofferti durante il periodo pandemico.
L’accordo – è stato rilevato – è stato raggiunto anche grazie all’assistenza e al supporto del segretario al lavoro degli Stati Uniti, Julie Su. “L’intesa provvisoria offre un’importante stabilità ai lavoratori, ai datori di lavoro e alla catena di approvvigionamento del nostro Paese. Questo importante traguardo è una buona notizia per tutti e, a nome del Presidente Biden, siamo lieti di congratularci con entrambe le parti per ciò che hanno ottenuto” ha detto Julies Su.